Quotidiano del Lavoro – Il Sole 24 Ore, 19 novembre 2021 – Marco Tesoro
Il coinvolgimento del dirigente apicale in un’indagine penale, sia pure per fatti di rilevante gravità, di per sé non giustifica il licenziamento per giusta causa. Così la Corte di cassazione, con la sentenza n. 34720 del 16 novembre 2021. Per la Suprema Corte, questo principio non discende dalla presunzione di non colpevolezza ex art. 27, comma 2, della Costituzione, che concerne le garanzie relative all’attuazione della pretesa punitiva dello Stato e quindi non può applicarsi all’esercizio della facoltà datoriale di recedere per giusta causa. Ciò che rileva è l’idoneità del fatto a integrare gli estremi della giusta causa o giustificato motivo del recesso.
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